The Chant, dal repertorio di Mariangela Gualtieri






La recitazione è un caleidoscopio, la rilettura di un testo un cristallo illuminato ogni volta da una tonalità differente. Lo dimostra The Chant che vede impegnato Ivo De Palma nella reinterpretazione dell’opera di Mariangela Gualtieri, poetessa eterea contraddistinta dalla sua delicatezza che qui Ivo ripropone in un Gioco di Duende ‘efferato’: una voce scura, un tormento ed estasi che accompagna il sodalizio di un trittico poetico preso in prestito da Senza Polvere, Senza Peso.

Ormai da annoverare tra i cult della ‘libreria di De Palma’, i testi della Gaultieri sono accompagnati in una nuova coloritura di tensione, contorsione psicologica e laconica discesa…

Una performance rigonfia di pathos, un mood tagliente viscerale attraversato da una timbrica vocale in forma cangiante,molto matura e profonda, quasi inedita nel repertorio dell’Ivo De Palma noto ai più, una vocalità tutta da scoprire, dall’inferno al paradiso, una quiete dopo la tempesta.


QUI IL CONFRONTO CON IL MOOD ORIGINARIO






Ancora una volta uno spoken words su Mariangela Gualtieri. Un registro diverso, alternativo lo accompagna e t’accompagna: recitazione non rarefatta come di solito è consono alla Gualtieri, una recitazione irrequieta, un turbamento…una scelta radicale su un testo di questa poetessa e una ricerca molto, molto personale. Come nasce l’idea di questa coloritura così intensa?

L'idea nasce, come frequentemente succede, da esigenze personali. Dalla mia urgenza di testimoniare attaccamento e amore verso una persona ben precisa, la cui immagine compare frammentariamente, quasi fosse un interferenza video, alla fine dello spoken words. Al solito, c'è chi determinati contenuti li sa scrivere nel modo giusto. E Mariangela Gualtieri è una di queste persone.

Uno spoken words che in realtà raccoglie tre testi uniti insieme tratti dalla raccolta Senza Polvere, Senza Peso, un assist che ti consente anche cambiamenti di mood e registri vocali, com’è nato questo collage?

Lo stacco netto è in realtà tra i primi due testi e l'ultimo, reso in maniera nettamente più essenziale e discorsiva, quasi fosse sussurrato alla mia interlocutrice. Un finale un po' alla Stefano Lorefice, devo dire. Ricco e minimale allo stesso tempo.

The Chant è un titolo particolare per raccogliere questo marasma recitativo, un titolo dalla doppia valenza. Spiegami…

Intanto, voglio precisare che il fatto di "ri-titolare" molti dei miei spoken words sottolinea il fatto che trattasi spesso di mie personali rivisitazioni, non necessariamente in linea con il "mood" profuso dagli stessi autori quando leggono in pubblico le proprie cose. Questo vale sia per Mariangela Gualtieri sia per Stefano Lorefice, i due autori che (ri)visito più spesso e che svolgono anche una propria autonoma attività di lettura pubblica dei loro testi.

La parola "chant" in inglese ha due distinti significati. Quello di preghiera salmodiante, e qui siamo perfettamente il linea con lo stile Gualtieri, e quello di "protesta" o addirittura di "slogan" ripetuto (e quindi, in certo senso, anch'esso "salmodiato") nel corso di una manifestazione. Questa seconda accezione giustifica alcuni accenti vocali meno ieratici e più soffertamente umani presenti nella resa artistica del testo.

Un fattore che hai spesso rimarcato nelle nostre interviste è la l’ostacolo che c’è per un uomo di fronte ad un testo, meglio ancora una poesia, scritta da una donna, in un testo del genere la sensibilità femminile è molto forte,districata attraverso le metafore…che mi dici in proposito al tuo adattamento maschile reso comunque con una tua accentuazione autobiografica?

Avendo la Gualtieri scritto il testo pensando a un uomo (tale Cesare, cui dedica il componimento principale del trio di testi che ho proposto) ho dovuto volgere al femminile alcuni passaggi, ché altrimenti sarebbero suonati un po' strani. Per il resto, mi sono lasciato andare a un pathos che considero "unisex", semmai arricchito dalla sensibilità più complessa che, in quanto donna, l'autrice ha profuso sulle parole.

Un bilancio su questo spoken word su questo spirito vocale più denso e irrequieto?

Sono sicuramente le tinte che mi riescono meglio. Dopodiché, a ogni spoken words parto dal presupposto di cercare di farlo meglio del precedente, altrimenti casca un po' la motivazione (che non è mai di tornaconto economico, giacché non è roba commissionata da chicchessia...)


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