Eterna Primavera





Vediamo se è andata così. Hai scoperto i quadri di Silvana presso la Galleria d'Arte Assurfivo a Torino, e anche questa volta, la tua voce ha agito in incognito sotto forma di sorpresa.

Questi regali recitativi che concedi e che fai un po' a te stesso fuori dagli obblighi lavorativi sono sempre più frequenti. Cosa ti trasmette quest'energia positiva dell'incontro con gli altri e con te stesso?

Quasi. Nella tua ricostruzione manca un prodromo: conosco Silvana da qualche anno, anche se ci eravamo un po' persi di vista, e fu lei a invitarmi alla sua mostra, che oltretutto si teneva in un luogo non distante dal mio studio di Torino. Fu una bellissima occasione per rivedere lei e qualche altro amico che non incontravo da un po' e fu il primo contatto ragionato che ebbi con la sua produzione artistica, di cui prima avevo solo sentito parlare. In quell'occasione, venne pubblicamente letta la poesia che l'amica Marina Bergadano aveva scritto ispirata dalle immagini, a loro modo concettualmente abbastanza forti, del quadro Eterna Primavera. Fu lì che mi scattò l'idea di abbinare le due cose in un unico evento. Naturalmente, anche in quel caso per Silvana fu un'assoluta sorpresa. Da notare che all'epoca avevo appena aperto le mie pagine su youtube e facebook, quindi Eterna Primavera fu in assoluto la mia prima "scorribanda" contaminatrice....

Dopo questo breve excursus approfondiamo l’impatto del pennello di Silvana Cimieri, Eterna Primavera,consapevole dell’accompagnamento poetico dei versi di Marina Bordegano accoglie in sé tutta la carica surreale e metafisica di una delle migliori opere dell’esposizione, la tua scorribanda con il sodalizio di Silvana parte da qui. Cosa ti ha convinto?

Silvana è un'artista coraggiosa (probabilmente anche perché è tenace e coraggiosa come donna, ma questo lo sa solo chi la conosce un po' meglio). Rappresentare in un'opera d'arte la prima forma riconoscibile dell'essere umano non è operazione priva di rischi di fraintendimento, specie in Italia. C'è sempre chi può accusarti di violare la sacralità di quell'immagine, normalmente tollerata solo in ambito scientifico, banalizzandola o utilizzandola, discutibilmente, a fini provocatori (ricordo ancora l'enorme poster Benetton, col neonato insanguinato appena uscito dal ventre della madre, giganteggiare in piazza San Babila a Milano...). Silvana, invece, quella sacralità intende celebrarla, quindi l'opera è rispettosissima di quell'immagine e del legame che l'esistenza di ognuno di noi ha con quell'immagine.

A proposito di poesia, la lettura ad alta voce sta diventando un fenomeno di tendenza, trovi anche tu? O il mondo dei non addetti ai lavori se ne accorge solo ora?

Beh, come forma d'arte, il "melologo", cioè l'evento che unisce parola (non cantata) e musica, esiste almeno dal '700, quando per ovvi motivi era possibile soltanto da vivo... Ora ha la possibilità di essere confezionato in file condivisibili, insieme alle emozioni che trasmettono (se ben fatti...), col mondo intero. E naturalmente continua ad essere proposta anche dal vivo, mutatis mutandis, cioè aggiornati i vari codici espressivi. Anche gli ambienti alternativi la apprezzano molto, e la definiscono con un termine che mi piace molto e che spesso uso anch'io: spoken words. Nel mio piccolo, lo sforzo è di valermi di tutte le possibili risorse multimediali, quindi ora non mi accontento più di leggere qualcosa su musica (esperienza che fa parte come molte altre del mio bagaglio professionale) ma cerco sempre di abbinare il tutto alle immagini.

L’arte in movimento, l’editing grafico, si snoda in modo da indagare sui particolari, sulla spazialità, insomma, anche questo aumenta la tensione dell’intreccio narrativo…

L'editing video, come d'altronde l'obiettivo della videocamera (che però qui non ho usato, "limitandomi" a rielaborare e movimentare immagini fisse) e della macchina fotografica, offrono al pubblico un taglio particolare, una visione alternativa dell'opera in questione. E questo dà vita a suggestioni aggiuntive: artisti come Silvana offrono al pubblico la propria visione di oggetti e situazioni varie, realistici od onirici che siano. L'editing multimediale offre una "visione particolare di tale visione particolare", quindi l'indagine si approfondisce sempre più... La manipolazione del materiale artistico altrui non deve essere vista come prepotenza. E' semmai prova che i materiali originali, in questo caso i quadri di Silvana, hanno una valore, sono in grado di suggestionare e coinvolgere artisti che provengono da altre esperienze e che si esprimono con codici differenti. E' una prova di forza, in buona sostanza, giacché è pur sempre Silvana che ha condizionato e stimolato me, e non viceversa.

Narrazione e recitazione, tra l’uno e l’altro video intercorrono circa 8 mesi. Sono due performance completamente diverse, uno spoken words, l’altro un promo per promuovere l’esposizione al V – club di Coazze (TO) dove richiami anche stralci della critica di Paolo Levi. Oltre la forma, si tratta tra l’altro di un esercizio di stile. Stesso tema ma due stili vocali e drammmaturgici alquanto diversi...

La prima esperienza è una sorta di narrazione/preghiera, è dentro la situazione, vorrebbe in qualche modo darle voce. Nella seconda esperienza la voce descrive, più che rivivere, cercando un contatto più immediato col fruitore. Approcci e scopi diversi, da condurre necessariamente in modo dedicato. In questo caso, è stato interessante cercare di dare una forza espressiva immediata ai concetti già espressi, ma in modo più articolato e ponderato, nella riflessione critica, del tutto favorevole, di Paolo Levi. Anche in questo caso, una certa esperienza come dialoghista è stata preziosa per trovare la sintesi dei concetti essenziali.

Una riflessione in generale, prima di qualsiasi cosa sei un uomo che sta osservando il mondo intorno a sé, una scorribanda dopo l’altro, ti stai focalizzando sul panorama eterogeneo della vita culturale torinese, dove tu stesso vivi, raccontami che aria si respira e se, magari, potrebbe sorgere un progetto – collante che racchiude un po’ tutte realtà di questa città che ha tanto da proporre, che in maniera trasversale appare un fiore all’occhiello anche agli osservatori esterni…

In questo, purtroppo devo deluderti, in quanto il mio punto di osservazione non parte dalla frequentazione assidua del territorio. E' un panorama che, avendo lavorato per molti anni altrove, conosco in realtà abbastanza poco. Però, dalla mia "turris eburnea", in cui accolgo collaboratori professionali e molti allievi, osservo il resto (torinese o meno) molto di più che un tempo, e ora ho quel minimo di mezzi e di esperienza per comunicare ciò che vedo nel modo in cui mi riesce meglio...


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